GLI ENERGY DRINK FANNO MALE AL CUORE?
Ma è proprio vero che Redbull ti mette le ali? Oppure è una trovata pubblicitaria?
Aumenta il consumo di bevande energetiche analcoliche (Redbull e simili) e con esse anche i rischi per la salute cardiaca. Sempre più adolescenti, ma anche molti adulti, fanno uso di energy drink per reggere serate in discoteca o notti di studio full-immersion, oppure semplicemente per sostenere giornate impegnative. Secondo i più recenti dati europei dell’Efsa (European Food Safety Authority) 7 giovani su 10 (di età compresa tra 10 e 18 ani) e 3 adulti su 10, assumono queste bevande.
CHE COSA SONO GLI ENERGY DRINK?
A oggi, non esiste una vera e propria definizione scientifica che descriva gli energy drink, o che li classifichi in una certa categoria di prodotti. Quella che conosciamo è una definizione comune. Gli energy drink, nello specifico in Italia, sono registrati come bevande di consumo generico e, talvolta, anche come integratori naturali che contengono diverse tipologie di sostanze stimolanti, come caffeina, taurina, carnitina, vitamine del gruppo B etc. Da distinguere, invece, con le bevande sportive (sport drink) che contengono solo sali minerali, senza sostanze eccitanti. Riguardo la caffeina, per esempio, l’Efsa (European Food Safety Authority) ha stabilito che il limite massimo è di 400 mg al giorno. Quantità presente in 5 tazzine di caffè espresso. Per quanto riguarda gli energy drink c’è da sapere che, in generale, una lattina da 25 cl contiene la stessa quantità di caffeina presente in un espresso.
Ciò che manca è però la descrizione precisa dei diversi ingredienti e, soprattutto, degli effetti che questi possono avere sull’organismo se consumati in grosse quantità.
Questa è solo una delle diverse problematiche per cui non è richiesto che venga dichiarato esattamente il contenuto della bevanda e quanto di ciascuna sostanza è presente, come invece sarebbe se fossero commercializzate come farmaci.
Di fatto, però, sono sostanze che hanno effetti farmacologici, nel senso che sono in grado di alterare il funzionamento del nostro organismo, spesso con effetti devastanti, soprattutto tra i più giovani in cui si registra un consumo molto più elevato.
COSA DICE LO STUDIO
Bere quasi 1 litro di energy drink, in un breve intervallo di tempo, innalza la pressione sanguigna e aumenta il rischio di alterazioni del ritmo cardiaco. A dimostrarlo è uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association (maggio 2019). Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori guidati da Sachin A. Shah – docente di pratica farmaceutica dell’University of the Pacific di Stockton in California (USA). Sono stati reclutati 34 volontari sani (di età compresa tra 18 e 40 anni), divisi in due gruppi. Al primo sono stati dati due diversi tipi di energy drink, in una quantità pari a 32 once che corrispondono a circa 95 cl (ovvero quasi 4 lattine da 25 cl), da bere nell’arco di circa 1 ora per 3 giorni consecutivi. Al secondo gruppo, invece, è stata data una bevanda placebo (contenente acqua gasata, succo di limone e altri aromi)
I partecipanti all’esperimento che hanno assunto le bevande energetiche, in quantità elevata e nel breve intervallo di tempo considerato, hanno registrato un’alterazione nella frequenza cardiaca. Nello specifico, è cambiato l’intervallo QT (che misura il tempo che i ventricoli impiegano a generare un nuovo battito cardiaco). Chi ha bevuto gli energy drink, dopo 4 ore dall’assunzione, ha visto un aumento significativo dell’intervallo QT (da 6 a 7,7 millisecondi) rispetto a chi ha bevuto la bevanda placebo. Questa condizione, come conseguenza diretta, può portare a un’alterazione del ritmo cardiaco, fino a sviluppare un’aritmia.
Gli effetti degli energy drink sull’organismo
“Il nome energy drink, infatti, dà l’idea che queste bevande vengano assunte per fornire energia, ma in realtà, più che per questo scopo, sono pensate per fornire energia mentale, sensazione di forza e di maggiore attenzione, per contrastare sonnolenza e stanchezza – spiega la prof.ssa Valtorta -.
In un certo senso, sono energizzanti, perché le sostanze che contengono attivano il sistema cardiovascolare, quindi attivano il cuore che pompa di più, permettendo così – nel caso ad esempio di attività fisica – di avere una performance migliore.
Gli organi bersaglio sono soprattutto il cervello e il cuore. Queste bevande, con la loro pubblicità aggressiva, fanno leva appunto su queste caratteristiche e hanno molta presa sulla popolazione, soprattutto tra i giovani”, spiega la professoressa.
Energy drink e alcol: cosa succede all’organismo se si associano
L’utilizzo più pericoloso è quello che si effettua in associazione all’alcol che ne amplifica ancora di più gli effetti.
L’alcol dà sia un senso di euforia e di sovraeccitazione, ma anche una sensazione di stordimento. Associando quindi l’energy drink all’alcol, questa sensazione di stordimento viene in parte contrastata: ci si sente bene, ci si sente forti, in grado di stare svegli tutta la notte nonostante lo stato di ebbrezza, ma questo in realtà si rivela un’arma a doppio taglio per diversi motivi:
- induce a bere più alcol: non avendo la sensazione di ubriachezza, si tende ad assumere comportamenti pericolosi come ad esempio guidare. Anche se ci sembra di essere svegli, i riflessi sono molto ritardati perché comunque l’effetto dell’alcol è presente;
- induce a mettere più a dura prova il fisico: come ad esempio nei rave party. Ballare per tanti giorni di fila, sudare ed essere disidratati. La disidratazione viene acuita dall’energy drink magari in concomitanza con l’assunzione di altre sostanze che attivano la muscolatura come, ad esempio, droghe ad attività stimolante che vengono vendute nelle discoteche e che possono portare anche a conseguenze serie.”
Per tutti questi motivi, in alcuni paesi queste bevande non vengono nemmeno commercializzate.
In Italia, sono commercializzate senza però specificare in maniera dettagliata gli ingredienti perché spesso molti di queste vengono classificate come sostanze naturali mentre in realtà contengono eccitanti come la caffeina, le maltodestrine e la taurina (sostanza che il nostro organismo produce autonomamente, ma in concentrazioni molto più basse rispetto a quelle che si trovano in queste bevande).
Si viene a creare una dipendenza, soprattutto in associazione all’alcool e il corpo si abitua a uno stato di eccitazione costante, tant’e’ che quando svanisce l’organismo cede all’estrema stanchezza.
Le conseguenze su cuore e cervello
Il problema dunque esiste e riguarda soprattutto i giovani.
“Come già accennato, un eccesso di queste sostanze può portare a conseguenze molto gravi soprattutto in determinate tipologie di persone come, ad esempio, i cardiopatici – continua -.
Questo perché aumenta l’azione di pompaggio del cuore che richiede, appunto, un apporto di ossigeno maggiore. Se già si soffre di cardiopatie, si deve essere consapevoli dei rischi che si stanno correndo assumendo gli energy drinks, soprattutto per il fatto che questi contengono sostanze eccitanti come la caffeina.
Questo non vale solo per le persone a rischio, ma per tutti.
Oltre al cuore, sempre per quanto riguarda gli effetti a breve termine, un ulteriore rischio è legato agli effetti sul sistema nervoso centrale come insonnia, nervosismo, tremori e, in casi gravi, anche convulsioni.
Per quanto riguarda quelli a lungo termine, a parte la dipendenza, si possono aggravare quell’insieme di problematiche e sintomi che vanno sotto il cappello della cardiopatia ischemica ma non solo: predispongono anche al diabete perché contengono molti zuccheri che, a loro volta, portano alla dipendenza.
Già solamente assumere 1 lattina di energy drink da 33 cl può dare i primi effetti di eccitamento al pari di 5-6 caffè”.
Le differenze con gli sport drinks
“Gli energy drinks – precisa la dottoressa – non vanno però confusi con gli sport drinks, perché questi ultimi vengono assunti durante e a fine di una performance sportiva per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi durante l’attività intensa.
Anche qui però bisogna stare attenti agli zuccheri che, se da un lato aiutano a ricaricare, dall’altro peggiorano i livelli di glicemia nel sangue (creando una lieve dipendenza).”
MEGLIO EVITARE O LIMITARE IL CONSUMO DI ENERGY DRINK
Inoltre, negli individui del gruppo che hanno bevuto i due energy drink, è stato rilevato anche un aumento della pressione sanguigna (sia sistolica sia diastolica) da 4 a 5 mm Hg. Effetto che potrebbe essere collegato in parte all’assunzione di caffeina. Rimane da considerare l’effetto degli altri stimolanti contenuti nelle bevande energetiche. In attesa di nuovi studi a riguardo, l’indicazione degli esperti è quella di evitare o limitarne il consumo. Come pure medici e operatori sanitari dovrebbero dare indicazioni in tal senso.