ARRESTO CARDIACO, QUALI SONO LE CAUSE?

Tutti noi abbiamo scolpite le immagini di sabato scorso quando il giocatore della Danimarca Christian Eriksen si è accasciato a terra, vittima di un arresto cardiaco.

L’arresto cardiaco non è sempre dovuto a infarto miocardico ma soprattutto in soggetti giovani puo’ essere dovuto ad altre cause, in particolar modo ad aritmie ventricolari.

Cosa puo’ essere successo ad Eriksen?

L’ipotesi più probabile è che a scatenare l’arresto cardiaco sia stata una fibrillazione ventricolare o una tachicardia ventricolare sostenuta, una condizione pericolosa dove al cuore arriva poco ossigeno e va in arresto. Questo ritmo, ad origine ventricolare, ha una frequenza altissima (anche sopra i 180-200 battiti al minuto) che porta a un crollo dei valori pressori e un collasso del paziente. Se non viene interrotta prontamente mediante una defibrillazione del cuore, la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare sostenuta portano a morte pressocchè immediata del paziente.

Ma se l’aritmia puo’ essere stata la causa scatenante dell’arresto cardiaco, cosa invece ha scatenato l’aritmia?

In un cuore sano queste aritmie non sussistono: le cause possono essere le più semplici come un ipokaliemia, ovvero una riduzione della concentrazione di potassio nel sangue, fino a patologie che possono essere il substrato di aritmie maligne come la sindrome del QT lungo, la sindrome di Brugafa, la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo dx e la cardiomiopatia dilatativa.

Attraverso opportune indagini diagnostiche, esami ematochimici, ecocardiocolorDoppler, test elettrofisiologici si potrà stabilire la causa ma al momento non è certo che il giocatore possa tornare alla sua attività agonistica.

L’unica certezza è che senza la prontezza nel massaggio cardiaco e nell’utilizzo del DAE (defibrillatore semiautomatico), Christian Eriksen non ce l’avrebbe fatta.