UN CARDIOPATICO PUO’ TRARRE BENEFICIO DALLE CURE TERMALI?

Tempo di vacanze,mare, montagna e…terme!

L”acqua termale non presenta controindicazioni specifiche per i cardiopatici. 

Quali benefici per un cardiopatico che si avvicina alle cure termali?

Sicuramente l’aumento del flusso sanguigno e la riduzione della pressione arteriosa. Peraltro, trattamenti indicati per il benessere psico-fisico possono avere risvolti indiretti sulle patologie cardiovascolari. Nel dettaglio, l’idromassaggio con acqua termale è indicatore per combattere l’insufficienza venosa e linfatica delle gambe e disturbi della circolazione, eczemi da stasi, postumi di flebopatie di tipo cronico. Grazie alla pressione idrostatica del getto d’acqua termale ed alla temperatura mantenuta sui 34° – 36°C si è riscontrato un effetto locale  della microcircolazione, un generale rilassamento della muscolatura ed un calo della pressione arteriosa. Le acque impiegate  sono le carboniche. A seguito di immersione in acque carboniche si osserva, infatti,l’apertura dei circoli arteriosi collaterali nonché un’attivazione dei capillari di vasocostrizione venosa. Grazie a questi benefici si determina un abbassamento della pressione arteriosa e un aumento di ritorno venoso verso il cuore, oltre ad un aumento di afflusso e deflusso di sangue nel circolo periferico.

La pressione – sia sistolica che diastolica – subisce, dopo il trattamento fango-balneo terapico, una sistematica riduzione statisticamente significativa nei soggetti ipertesi in terapia farmacologica, mentre ne-gli ipertesi non in terapia farmacologica tale riduzione risulta significativa solo nei primi giorni di terapia termale. Si evidenzia, pertanto, un probabile effetto sinergico tra la terapia termale e quella farmacologica, quando associate. Infine, come riportato in letteratura, nei soggetti normotesi le variazioni pressorie risultano modeste e quasi mai significative

Particolare attenzione va posta invece all’utilizzo di bagno turco e sauna, soprattutto la finlandese che può raggiungere anche i 90 gradi. I pazienti cardiopatici, infatti, assumono frequentemente farmaci vaso-dilatatori il cui effetto, sommandosi alla vasodilatazione provocata dal calore, può portare al brusco abbassamento di pressione e quindi al verificarsi di una sincope. 

Sconsigliato anche il trattamento con fanghi caldi per possibile ipotensione.

Le cure termali per i cardiopatici non sono controindicate, è necessario che si presti attenzione alla temperatura del fango ed all’ambiente ed il tempo di esposizione, per il rischio di cambiamenti sulla tua pressione arteriosa