I PAZIENTI CON MALATTIE CARDIOVASCOLARI POSSONO VACCINARSI CONTRO IL COVID 19?

I pazienti con malattie cardiovascolari, in caso di contagio da COVID-19, rischiano di incorrere in complicanze maggiori rispetto a pazienti senza patologie pregresse. Si stima infatti che 1 paziente affetto da disturbi cardiovascolari su 5 vada incontro a conseguenze severe dopo aver contratto COVID-19. È molto importante, dunque, che chi è o è stato soggetto a scompensi cardiaci, infarti e ictus possa avere accesso alla vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2 e che abbia anche a disposizione tutte le informazioni corrette per non farsi influenzare nelle sue scelte dalle fake news riguardanti i vaccini che purtroppo sono circolate negli ultimi mesi.

Il vaccino contro COVID-19 è un prezioso alleato per la salute di tutte le persone affette da patologie cardiache, che devono poter accedere alle vaccinazioni in tutta sicurezza.

I CARDIOPATICI DEVONO VACCINARSI?

I pazienti con problemi cardiovascolari hanno un rischio maggiore di sviluppare delle complicanze dopo aver contratto COVID-19. Per questo non solo è sicuro vaccinare le persone affette da patologie cardiache ma, considerando i fattori di rischio, è ancora più opportuno che questi pazienti si sottopongano alla vaccinazione.

 

Vaccini e farmaci per il cuore: non c’è alcuna interazione

I pazienti con malattie cardiovascolari assumono regolarmente farmaci per gestire la propria patologia. Il vaccino può interferire con queste terapie?

No, non vi sono interazioni: il vaccino è efficace anche per i pazienti che assumono farmaci per mantenere sotto controllo la salute del proprio cuore e, allo stesso modo, i farmaci non riducono la loro efficacia per colpa del vaccino.

Per quanto riguarda, nello specifico, la terapia anticoagulante, si tratta sicuramente di una tipologia di farmaci che aumenta il rischio emorragico. Considerando che il vaccino contro COVID-19 viene somministrato tramite iniezione intramuscolare sulla spalla, i pazienti sotto terapia anticoagulante hanno un rischio maggiore di sviluppare un ematoma nella sede dell’iniezione. E’ consigliato quindi di sottoporsi al vaccino prima della somministrazione giornaliera della terapia anticoagulante e, una volta effettuato, di eseguire una impressione del sito di puntura per almeno cinque minuti.
In ogni caso si tratta di una complicanza a livello locale, che non presenta assolutamente rischi per la salute del paziente

 

Ipertensione, aritmie e vaccino

Parliamo dei pazienti che soffrono di ipertensione e aritmie, il vaccino contro COVID-19 è sicuro anche per loro?

Sì, anche questi pazienti possono vaccinarsi in completa sicurezza. Anche in questo caso sono stati raccolti dati consistenti che indicano come le persone affette da ipertensione e aritmia rischiano di avere delle complicazioni da COVID-19 più severe. Si tratta dunque di una categoria di pazienti che può trarre particolare beneficio dalla vaccinazione che, è il caso di ripeterlo, non ha nessuna interazione con la terapia farmacologica.

Il vaccino può interferire con le operazioni chirurgiche?

Non c’è nessuna interazione tra il vaccino e un intervento chirurgico, come la sostituzione di una valvola mitralica, un bypass, o un’angioplastica e, dunque, non c’è nessun motivo per ritardare il vaccino a causa di interventi programmati.

La vaccinazione: un alleato per potenziare la risposta immunitaria

Pazienti che hanno contratto COVID-19 hanno riportato un indebolimento del cuore a seguito della malattia. È opportuno che i pazienti ormai guariti da COVID-19 si vaccinino, oppure sono sufficienti gli anticorpi naturali che si sono sviluppati con la malattia?

COVID-19 può avere degli effetti anche sulla salute del cuore, indebolirlo e ridurne la capacità di svolgere il compito per cui è deputato. Considerando anche questo aspetto, dunque, la vaccinazione protegge una categoria di pazienti sicuramente più fragili.
Per quanto riguarda coloro che hanno già contratto COVID-19, invece, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha indicato chiaramente che non vi sono controindicazioni a sottoporsi a vaccinazione. Il vaccino, infatti, in questo caso si limita a potenziare la risposta immunitaria che nel paziente potrebbe già essere presente.
L’indicazione di massima, comunque, è di dare la precedenza ai pazienti che non hanno contratto COVID-19 e che, dunque, non hanno sviluppato una risposta immunitaria. I soggetti che hanno già sviluppato la malattia dovrebbero dunque ritardare la vaccinazione a un secondo momento, quando vi sarà maggiore disponibilità di vaccini