TORNA L’ORA SOLARE – EFFETTI SULLA SALUTE E SUL CUORE
Per il 2020, l’ora solare entrerà in vigore nella notte tra il 24 e il 25 ottobre. Alle 3 in punto della notte di domenica 25 ottobre 2020 si dovranno quindi spostare le lancette degli orologi presenti in casa.
Il primo esempio è quasi banale, in quanto si afferma che il cambiamento dell’orario provochi dei disturbi nel sonno come l’insonnia, dato che il passaggio orario si effettua nelle ore notturne. A partire da questo primo sintomo ne scaturiscono altri, i quali sono infatti spesso correlati al cambio dell’ora. Si tratta principalmente di irritabilità e cattivo umore, legato anche alla difficoltà di concentrazione e allo sviluppo di stress.
Fa bene non solo all`umore, perché si dorme un’ora in più, e alle tasche, grazie al risparmio energetico: il passaggio all`ora solare che ci sarà nella notte tra sabato 24 e domenica  25 ottobre è un toccasana anche per il cuore, al punto che la giornata del lunedì sarà quella con meno rischio di infarti dell`anno.
Il lunedì è infatti noto per essere il “giorno nero” per gli infarti, che proprio all’inizio della settimana hanno il picco di massima incidenza perché si sommano tre fattori di rischio determinanti per l`insorgenza di patologie cardiovascolari: il dormire meno, il dormire peggio, ossia in orari non consoni rispetto a quanto richiesto dal nostro naturale orologio biologico e lo stress caratteristico dell`inizio settimana contribuiscono all’attivazione del sistema nervoso simpatico e al rilascio di citochine pro-infiammatorie che spianano la strada all’infarto.
Quando in primavera si passa all’ora legale, secondo recenti studi tra cui una ricerca del Karolinska Institute, la relativa deprivazione di sonno prima del riadattamento del nostro orologio biologico, aumenta il grado di infiammazione e lo stress ossidativo a livello dei vasi arteriosi e il sistema immunitario risponde peggio agli stimoli esterni: tutti elementi che rendono più probabile l`insorgenza di disturbi cardiovascolari acuti dopo il cambio dell’ora e soprattutto al lunedì, quando a tutto questo si aggiunge lo stress dell’inizio della settimana.
Il contrario avverrà con l’ora solare: basta dormire un po’ di più grazie al fatto di aver portato indietro le lancette dell’orologio per veder rientrare il rischio-lunedì. “Molto probabilmente l’effetto protettivo è dovuto all’assenza del primo e forse più importante dei tre fattori scatenanti, la deprivazione di sonno; il vantaggio  non e` evidente negli anziani, probabilmente perché in questi ultimi la quantita` di sonno e` piu` costante, non piu influenzata dalla necessita` di puntare la sveglia presto al mattino, oltre al venir meno dello stress da inizio settimana. La possibilità, inoltre, di poter essere svegli e attivi sfruttando al meglio le ore meno fredde e più luminose della giornata contribuisce al maggior benessere.
La riduzione del rischio cardiaco connessa al ritorno dell’ora solare conferma il `potere protettivo` che ha il sonno su diverse patologie: è noto, ad esempio, che un sonno insufficiente o di scarsa qualità è correlato ad alterazioni del sistema infiammatorio e di quello immunitario , a un maggior rischio di diabete e obesità, e soprattutto allo sviluppo di malattie cardio e cerebrovascolari.
Il disturbo del sonno che più spesso è associato allo sviluppo di malattie cardiovascolari è l’apnea ostruttiva notturna: l` ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno determina la comparsa di russamento e interruzione del respiro (l`apnea ) che comporta l’attivazione di meccanismi neurovegetativi, ormonali e metabolici connessi alla comparsa e al peggioramento di malattie cardiovascolari come l’ipertensione, le aritmie, lo scompenso cardiaco. Di notte infatti il sistema neurovegetativo mette il cuore e i vasi “a riposo”, riducendo la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. ma se si hanno apnee ostruttive il cuore resta sotto stress ed è più esposto a disturbi: con più di 15 episodi di apnea all`ora, ad esempio, aumenta il livello di catecolamine in circolo e la pressione arteriosa sale fino a vere e proprie crisi ipertensive ripetute; allo stesso modo anche la frequenza del battito cardiaco aumenta e diminuisce in continuazione.