I 10 CIBI CHE FANNO BENE AL CUORE

Scopri quali alimenti non possono mancare sulla tua tavola per tenere lontane le malattie cardiovascolari e tenere sotto controllo la pressione arteriosa

1) Cereali integrali

I cereali integrali sono alleati preziosi nella prevenzione di alcuni disturbi dell’apparato cardiocircolatorio.

Riso, avena, farro, miglio, orzo e pane integrale possono ridurre il rischio di cardiopatia ischemica del 30% in tutti coloro che li consumano regolarmente, e lo abbassano del 50% in coloro che non hanno mai fumato.

Consumate almeno 28 grammi di cereali integrali ogni giorno. Abbasserete il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari ma anche diabetesovrappeso e Alzheimer.

 

2) Salmone 

prevenire infarto, Infarto e ictus: i 10 cibi che fanno bene al cuore

Portare il salmone in tavola due volte a settimana, significa garantirsi un’ottima quota di grassi polinsaturi, gli omega 3, essenziali per mantenere l’organismo in salute.

Le carni rosate di questa specie hanno una marcia in più. «Sono un buon concentrato di Epa (acido eicosapentaenoico) e Dha (acido docosaesaenoico) della famiglia degli omega 3, che possiedono particolari proprietà» commenta Andrea Poli, presidente di Nutrition Foundation of Italy.

«Hanno la capacità di limitare la formazione dei trombi, i “tappi” che possono occludere le arterie, bloccando il flusso del sangue; di conseguenza sono un potente scudo contro le malattie cardiovascolari, compresi infarto e ictus» spiega Poli.

3) Verdure a foglia verde

Bietole, broccoli, carciofi, spinaci, zucchine, fave o verza, sono ottimi per fare il pieno di vitaminesali minerali e polifenoliantiossidanti che agiscono come antiaging sulle arterie, contrastando l’azione dei radicali liberi.

Come tutti i vegetali, gli ortaggi verdi sono ricchissimi di fibre preziose per il metabolismo dei grassi (quindi, meno colesterolo), poco calorici e con alto potere saziante, così aiutano anche a tenere sotto controllo il sovrappeso, considerato uno dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari.

4) Noci e semi

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Secondo gli studi, le noci e tutta la frutta secca a guscio sono come una pillola “salva cuore”.

Il consumo di noci almeno una volta alla settimana si associa a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e coronaropatie pari a circa il 20 per cento. Chi consuma arachidi o gli altri frutti almeno due volte a settimana, ha un rischio di malattie cardiovascolari più basso del 13-15% e un rischio di coronaropatie ridotto del 15-23 per cento.

Chi sgranocchia almeno cinque porzioni di frutta secca a guscio a settimana ha un rischio di malattie cardiovascolari ridotto del 14%, e un rischio di coronaropatie più basso del 20 per cento. Infine, più cresce il consumo di noci e noccioline, più scende il rischio di ictus.

5) Barbabietola

Un recente studio ha rivelato che bere una tazza di succo di barbabietola ogni giorno abbassa significativamente la pressione nei pazienti ipertesi. Il merito è dell’altro contenuto di nitrati.

Controindicazioni: i nitrati possono ridurre l’efficacia delle terapie per curare l’angina. In questo caso evitare di assumere troppo spesso la barbabietola, specialmente in succo o cruda. Attenzione anche se si assumono farmaci contro la disfunzione erettile che contengono PDE-5. I nitrati ne riducono l’efficacia.

6) Avocado

I cibi ricchi di potassio sono in grado di contrastare l’arteriosclerosi, la calcificazione delle pareti dei vasi sanguigni. L’avocado è particolarmente ricco di potassio, anche più delle banane. È ormai universalmente riconosciuto che inserire nella propria dieta cibi che contengono potassio aiuti a ridurre la pressione del sangue, uno dei fattori di rischio più importanti per l’ictusl’infarto e di alcuni problemi ai reni.

L’avocado è anche ricco di acido oleico, un grasso monoinsaturo che abbassa il rischio di malattie cardiovascolari, riducendo i livelli delcolesterolo LDL, quello considerato cattivo, e innalzando quelli del colesterolo HDL, che è quello considerato buono, perché ha la funzione di spazzino delle arterie.

7) Olio d’oliva

La dieta ideale per chi è a rischio di malattie cardiovascolari come infarto e ictus? Ovviamente la dieta mediterranea, “condita” con abbondante olio extravergine. Questo regime alimentare, seguito con costanza per almeno un anno, permette di potenziare l’azione protettiva del cosiddetto colesterolo “buono” HDL, che ripulisce le arterie riducendo l’infiammazione.

8) Legumi

I legumi aiutano il cuore a causa dei loro alti livelli di fibra solubile, che abbassa i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue.

I legumi sono pieni di ferromanganeseramevitamine del gruppo B, magnesiozinco e fosforo, e hanno un basso indice glicemico. Sono anche ricchi di proteine. Per esempio, una mezza tazza di alcuni legumi ne contiene 8 grammi. Un avvertimento: i legumi in scatola sono spesso ricchi di sale come conservante. E il sale, ovviamente, può aumentare la pressione sanguigna e non fa bene al cuore.

9) Cioccolato fondente

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Mangiarne fino a una tavoletta al giorno riduce significativamente il rischio di infarto e ictus. Via libera quindi a questo ‘peccato di gola’, purché non si soffra di sovrappeso e obesità.

Il merito sarebbe dei flavonoidi, potenti antiossidanti naturali, che abbondano nel cacao. Gli effetti di queste molecole sono ben note, tanto che gli esperti della European Food Safety (EFSA), l’ente regolatorio europeo per i prodotti alimentari, hanno stabilito che consumarne 200 milligrammi al giorno aiuta a mantenere l’elasticità dei vasi sanguigni, allontanando il rischio di ipertensione. A tutto vantaggio del buon funzionamento del cuore.

10) Poco sale

Il consumo di sale deve limitarsi a 5 grammi al giorno. Il problema però non è limitato all’uso che facciamo della saliera, ma anche agli alimenti pronti e trasformati che portiamo in tavola, come pane, formaggio, salse, salumi e piatti pronti.

Uno degli ultimi studi pubblicato sul New England Journal of Medicine ha stimato in 1 milione e 650 mila le morti per cause cardiovascolari dovute all’eccessivo consumo di sale a tavola. Morti riducibili appunto, perché il sale si può ridurre così come è possibile educare il nostro palato a cibi meno salati.