LO STRETCHING PREVIENE INFARTO,ICTUS,DIABETE E ARRESTO CARDIACO

Un recente studio italiano conferma che lo stretching è un’ottima arma di prevenzione di infarto e ictus, arresto cardiaco e diabete : attraverso il movimento si dilatato le arterie e aumenta il flusso sanguigno.

Il cuore è un muscolo che funziona come una pompa; è in grado di espellere circa cinque litri di sangue al minuto in condizioni di riposo e fino a trentacinque litri al minuto in condizioni di sforzo.

Da un punto di vista meccanico la posizione del cuore è importante e può variare leggermente da individuo ad individuo e di norma, sia la posizione sia la forma di questo organo mutano a ogni respirazione.

Ora, la presenza di uno squilibrio strutturale può influire sul cuore sottoponendolo ad una condizione di stress. Alcuni difetti strutturali accentuati e continuativi possono determinare una condizione di compressione del cuore o addirittura alternarne la posizione all’interno della gabbia toracica.

Uno squilibrio della colonna vertebrale può causare tensione nel diaframma che sostiene il cuore rendendolo in questo modo insicuro come base di appoggio.
Se le spalle e le costole hanno la tendenza ad incurvarsi, il diaframma si abbassa trascinando con sé anche il cuore.

Le conseguenze di una inadeguata azione di sostegno, della compressione o dello spostamento del cuore non sono gravi a breve termine e nessuno pensa che la rigidità articolare o le cattive posizioni possono provocare un attacco cardiaco a breve termine; tuttavia però, la ricerca ha dimostrato che la tensione e la compressione dei tessuti che circondano e sorreggono il cuore possono influire sul suo funzionamento a lungo termine.

CUORE E CIRCOLAZIONE

La struttura influisce anche sulla circolazione del sangue, per e dai muscoli impegnati in una qualsiasi attività motoria. Poiché la maggior parte dei vasi sanguigni attraversa i muscoli, vi si appoggia o ne è circondata, qualsiasi condizione che determini una eccessiva contrazione muscolare comporta una costrizione del vaso sanguigno rendendo più difficile per il cuore pompare il sangue attraverso di esso.

Se i muscoli sono tesi, rigidi e contratti, la continua pressione da essi esercitata rende più difficile l’irrorazione dei tessuti da parte del sangue, la cessione dell’ossigeno e il recupero dei prodotti di scarto che devono essere riportati al cuore attraverso i vasi venosi. Ciò altera il processo di ricambio chimico a livello dei tessuti muscolari e, di conseguenza influisce negativamente sulle loro prestazioni.

Ogni movimento che risulti efficace e privo di tensione si basa su una buona condizione meccanica del corpo. Un corpo sano ed efficiente può solo che esprimere energia e lucidità durante gli allenamenti, e ciò è dovuto al fatto che, di mano in mano che il corpo si scioglie e si equilibra incontra una minore resistenza ai propri movimenti e la sua capacità di autoregolazione diventa più armoniosa.

Quando l’attività fisica è spinta ai limiti estremi, cosa frequente in campo agonistico, una buona forma strutturale quindi risulta particolarmente importante, non solo per i benefici che ne trarrebbero articolazioni e muscoli, ma anche perchè il sistema circolatorio e respiratorio possono lavorare in sintonia ed armonia, beneficiando quindi dei notevoli vantaggi derivanti dall’esercizio fisico che si sta svolgendo.

Stretching passivo

È chiamato anche stretching statico, ed è la versione più conosciuta e semplice da mettere in pratica. Si cerca di allungare un singolo muscolo o un intero gruppo muscolare e una volta raggiunta la posizione massima che si riesce a ottenere, la si mantiene per alcuni secondi. È piuttosto facile e poco faticoso e aiuta soprattutto l’elasticità dei muscoli. Si può ottenere anche grazie all’aiuto di una persona che ci permette di raggiungere un allungamento più ambizioso. Si può utilizzare anche dei pesi o la forza di gravità.

Stretching attivo

Lo stretching attivo avviene quando contraiamo il muscolo antagonista. Con stretching attivo si intende l’allungamento del muscolo contraendo il muscolo antagonista. Non c’è rischio di farsi male, perché è la stessa persona che controlla l’intensità della contrazione e quindi dell’allungamento. Questo tipo di stretching è quello preferito dagli atleti, perché migliora i movimenti funzionali.

Qualche esercizio di stretching

Cerca di mantenere la posizione per 10-30 secondi, senza fare movimenti bruschi e fermandoti se senti dolore. Evita l’allenamento dopo sforzi particolarmente impegnativi o se hai infiammazioni (tendinite, cervicale, lombalgia) in fase acuta.

  1. In piedi o seduto, fletti il capo lateralmente a destra. Con la mano destra afferra il polso sinistro e tiralo leggermente verso il basso in modo da mettere in tensione i muscoli del trapezio e della spalla controlaterali. Mantieni la posizione per 20-30 secondi e poi cambia lato.
  2.  Supino, schiena aderente al suolo, fletti le gambe mantenendo le piante dei piedi a contatto per 30 secondi. Ripeti 3 volte.
  3. Supino, mani dietro la nuca, gambe piegate, gomiti e piedi a terra, inspira ed espira far aderire la schiena al suolo. Ripeti per 10 volte.
  4. Mantenendo la posizione n. 3, allunga la parte posteriore del collo flettendo il capo in avanti per 10-30 secondi. Ripeti 3 volte.
  5. Supino, spalle a terra, fletti una gamba al petto e ruotala sopra all’altra distesa, aiutandoti a mantenere la posizione con il braccio opposto alla gamba flessa per circa 10-30 secondi. Ripeti con l’altra gamba.
  6.  Supino, braccia in alto, allungati facendo aderire la schiena al suolo per circa 10-30 secondi. Ripeti per 10 volte.
  7. Supino, fletti la gamba al petto, mantenendo l’altra distesa a terra, per circa 10-30 secondi. Ripeti con l’altra gamba.
  8. Seduto, gambe flesse, piante dei piedi a contatto, porta le ginocchia verso il pavimento con un movimento delicato e senza tirare troppo. Ripeti 3 volte.
  9. Seduto, una gamba distesa, l’altra accavallata sulla prima, ruota il busto verso la gamba piegata per circa 10-30 secondi. Ripeti dall’altro lato.
  10. Mantieni la gamba destra tesa e l’altra flessa con la pianta del piede verso l’anca, poi fletti il busto in avanti per circa 10-30 secondi. Non sforzarti di arrivare alla caviglia ma fermati dove senti la soglia del dolore. Ripeti dall’altro lato.
  11. Seduto, gamba destra piegata, tallone vicino al lato esterno dell’anca, piega la gamba sinistra portando il piede all’interno della coscia destra e mantieni la posizione per 10-30 secondi. Ripeti dall’altro lato.
  12. In piedi, appoggia le braccia piegate al muro e divarica le gambe facendo attenzione a tenere le punte dei piedi puntate in avanti, poi spingi i talloni a terra per circa 10-30 secondi. Ripeti per 3 volte.
  13. In piedi, appoggia le mani distanti tra loro quanto le spalle al muro, posizionandole più in alto del bacino e spingi il busto verso il basso per circa 10-30 secondi. Il bacino deve essere in linea con i piedi. Ripeti 3 volte.
  14. Porta il braccio destro in alto, flettilo dietro al capo. Con la mano destra afferrare il gomito e allungalo dietro il capo per 10-30 secondi. Ripeti con l’altro braccio.
  15. Supino, porta le ginocchia al petto avvicinandole il più possibile con l’aiuto delle braccia. Mantieni la posizione per 10-30 secondi, rilassati per qualche secondo e ripeti 3 volte.
  16. A terra, carponi, con le mani in avanti appoggiate sul pavimento alla larghezza delle spalle, espira incurvando la colonna vertebrale verso l’alto fino a svuotare completamente i polmoni. Ispirando ritorna lentamente nella posizione di partenza e appiattisci la schiena. Ripeti 5 volte.
  17. Siediti su una sedia con le gambe divaricate, espirando piega il busto in avanti e rilassati completamente. Inspira ritornando lentamente nella posizione di partenza. Ripeti 3 volte.
  18. Inginocchiati a terra, con i glutei appoggiati sui talloni. Espira portando le braccia in avanti, mantenendo il bacino nella posizione di partenza. Ispirando ritorna lentamente indietro. Ripeti allungando le braccia prima verso destra e poi verso sinistra.