L’ipotensione ortostatica è un disturbo che si manifesta in genere con sensazione di testa leggera, stanchezza, faticabilità, visione offuscata e sincope. Questa condizione, che si caratterizza per una riduzione di almeno 20 mmHg nella pressione arteriosa sistolica o di 10 mmHg nella diastolica entro tre minuti dall’assunzione della posizione eretta, è il disturbo più disabilitante dei pazienti che presentano una malattia del sistema nervoso vegetativo. Ed è spesso la manifestazione clinica della patologia, il sintomo che conduce il paziente a effettuare accertamenti

Sintomi

I sintomi caratteristici dell’ipotensione ortostatica sono dovuti a un’ipoperfusione cerebrale (ossia una riduzione del flusso ematico cerebrale che nella norma è di 750-1000 ml/min; il cervello anche se rappresenta solo il 2% del peso corporeo totale riceve il 15% della gittata cardiaca), si sviluppano quando il soggetto è in piedi e scompaiono se assume la posizione sdraiata. Sono particolarmente intensi a seguito di un pasto abbondante, dopo un esercizio fisico impegnativo o al mattino. La costipazione può provocare attacchi sincopali durante lo sforzo di evacuazione

Come si effettua la diagnosi?

In presenza di questi sintomi si effettua una semplice misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca con il paziente a riposo in posizione supina da 10 minuti e dopo 3 minuti di ortostatismo (cioè in posizione eretta). È inoltre utile valutare il controllo vegetativo dei riflessi cardiovascolari, per mezzo di alcune metodiche fisiologiche (tilt test, manovra di Valsalva, respiro profondo, test del calcolo mentale), biochimiche (dosaggio plasmatico in clinostatismo e ortostatismo della noradrenalina e della vasopressina) e farmacologiche (infusione di noradrenalina, tiramina, clonidina, edrofonio).

L’HOLTER PRESSORIO DELLE 24 ORE

Per misurare l’effettivo valore della pressione arteriosa occorre incentrare le indagini sulla:
1. variabilità della pressione arteriosa;
2. variabilità della frequenza cardiaca.
Negli ultimi anni si sono sviluppate nuove tecniche di monitoraggio per la registrazione dei valori pressori. Parliamo dell’Holter delle 24 ore della pressione arteriosa. E’ una strumentazione che, una volta applicata al paziente, consente di misurare, a tempi precostituiti, la pressione arteriosa. Normalmente, tale registrazione è effettuata, durante il giorno, ogni quarto d’ora mentre, durante la notte, ogni mezz’ora.
I valori pressori rilevati sono successivamente sviluppati ed analizzati. In questo modo è possibile conoscere, di quel soggetto, l’effettiva pressione arteriosa.
E’ essenziale che in caso di un rilievo patologico della pressione sia che presenti alterazioni dei valori verso l’alto o verso il basso, il paziente sia sottoposto, per un periodo di tre o quattro mesi, ad una misurazione sistematica della pressione. Solamente attraverso tale tipo di misurazione saremo in grado di effettuare un bilancio complessivo dell’andamento di tali valori ed impostare la terapia farmacologica.
Uno dei vantaggi della misurazione della pressione con il sistema Holter delle 24 ore è l’eliminazione della ipertensione da camice bianco, determinata dall’impatto emozionale del paziente in ambulatorio. La pressione si alza nel momento in cui è misurata dal medico e diviene normale subito dopo. E’ stato stimato che tale fenomeno riguarda circa il 30% delle ipertensioni rilevate.

 

COME SI MISURA LA PRESSIONE

La pressione del sangue deve essere misurata in due posizioni :
– in piedi;
– coricati (dopo che il paziente si è coricato da almeno cinque minuti).
E’ stato osservato, in alcuni soggetti, che pur avendo normali i valori della pressione da seduti o da coricati, questi aumentavano in posizione eretta. Tali situazioni, se sfuggono al controllo del medico, possono causare, nel lungo periodo, seri problemi cardiocircolatori.
Vi raccomando, quindi, di chiedere sempre al medico di misurare la pressione nelle due posizioni.  Questo vale per tutti ma, soprattutto, per coloro che presentano alterazioni nella regolazione circolatoria correlata a problemi neurologici.

Cosa fare in caso di ipotensione ortostatica?

Nei pazienti con ipotensione ortostatica sintomatica è indicata la terapia farmacologica con, per esempio, fludrocortisone, midodrina, eritropoietina, diidroergotamina, indometacina, desmopressina e octreotide.

Sono poi necessari accorgimenti generali, come: evitare cambi di postura rapidi, soprattutto al risveglio; evitare di rimanere a letto a lungo nel corso della giornata e anche di mantenere la posizione eretta per molto tempo; prestare attenzione agli sforzi durante la minzione e la defecazione; alle temperature ambientali elevate e a un esercizio fisico intenso. Da evitare anche pasti abbondanti e consumo di alcolici.

È consigliabile poi bere molto, introducendo almeno due litri di liquidi al giorno; curare l’apporto salino giornaliero; dedicarsi a un esercizio fisico moderato; consumare pasti piccoli e frequenti che prevedano pochi carboidrati; utilizzare aria condizionata o ventilatore in estate e calze elastiche.