HO LE EXTRASISTOLI, POSSO FARE SPORT?

E’ una domanda frequente dopo un Holter cardiaco che ha evidenziato extrasistoli soprattutto se parliamo di un paziente tra i 15 e i 50 anni….

COS’E’ UN’EXTRASISTOLE

L’extrasistolia, o più correttamente Battito Prematuro Ventricolare (BPV), è una forma di aritmia cardiaca, una contrazione prematura del cuore – o di una sua parte – che ne altera la successione regolare dei battiti. Tra la contrazione prematura e il successivo normale battito intercorre, spesso, una piccola pausa che suscita la fastidiosa sensazione di un “arresto” del cuore. Ciò che si avverte non è in realtà l’extrasistole vera e propria, ma il battito successivo, che è molto più pieno e intenso. Da ciò, la singolare sensazione che il paziente avverte in corrispondenza del cuore sotto forma di palpitazioni, colpi, o un improvviso rallentamento del battito cardiaco.
Le palpitazioni possono essere episodiche o frequenti, disordinate o periodiche. Nella grandissima maggioranza dei casi questo disturbo non ha conseguenze serie, ma risulta spesso fastidioso. Questa scarica fuori tempo può essere prodotta negli atri o nei ventricoli. Si parlerà nel primo caso di extrasistole atriale , nel secondo di extrasistole ventricolare. Le extrasistole atriali o ventricolari possono essere isolate, un singolo battito, o in sequenza, più battiti di seguito.

Quali sono le cause principali?
Le extrasistoli possono insorgere a qualunque età, anche nell’infanzia, particolarmente nella fase di crescita. Esistono alcuni fattori di rischio, per lo più legati allo stile di vita, che possono indurne l’insorgenza. Fra questi i livelli di colesterolo alto e un’alimentazione troppo ricca di grassi. In alcuni casi, quando peggiorano con il riposo, sono dovute a squilibri chimici dell’organismo o ad alterazioni elettrolitiche, a problemi gastrici e di digestione, come l’ernia iatale o il reflusso gastroesofageo, all’assunzione di alcuni farmaci, all’abuso di alcol e droghe, ad ansia, stress ed eccessivo esercizio fisico. In altri casi, quando aumentano con l’attività fisica, sono spesso segno di patologie cardiache, quali fibrillazione atriale e scompenso cardiaco, o cardiocircolatorie, come ipertensione, insufficienza aortica o mitralica.

Come è possibile riconoscerle?
Qualunque sia la causa dell’extrasistolia, per stabilirne la supposta benignità o malignità è necessario eseguire innanzitutto una visita cardiologica. Già prestando attenzione al racconto del paziente circa la manifestazione del sintomo, come si perpetua, come finisce, sarà possibile per lo specialista capire se l’extrasistolia subentra a un periodo di stress o di un momento emozionale delicato, ed è quindi curabile con il semplice riposo o se invece necessiti di ulteriori accertamenti. Per escludere l’esistenza di patologie cardiache o di altra origine, in aggiunta alla visita cardiologica sono necessari esami strumentali quali elettrocardiogramma (ECG), elettrocardiogramma dinamico secondo Holter, cioè registrazione del battito cardiaco per 24 ore e, in casi dubbi, ecocardiogramma-color-Doppler, per valutare la struttura del cuore.

Come si trattano?
Se le extrasistoli non sono dovute a patologie cardiache bisogna andare ad intervenire sul proprio stile di vita, smettendo abitudini deleterie per la salute, quali ad esempio il fumo e trattare disturbi riguardanti ansia e stress. Se invece le extrasistoli sono di origine cardiaca, allora si ricorre all’impiego di farmaci anti-aritmici beta-bloccanti e calcio-antagonisti. Il trattamento a disposizione non è soltanto di tipo farmacologico, si può intervenire infatti anche con una ablazione a radio-frequenza transcatetere.

Nel caso in cui si soffra di extrasistole è possibile fare sport?
Nei soggetti sani, in cui le extrasistole non sono associate ad altri sintomi che possano far pensare a una cardiopatia, un’attività fisica regolare può avere effetti positivi sulla diminuzione delle extrasistoli, si può quindi continuare a praticare attività sportiva sia amatoriale che agonistica. Va anche detto, però, che l’extrasistole è una delle condizioni che mettono maggiormente in allarme chi pratica una attività sportiva. Gli atleti sono sottoposti ad esami semplici e sotto sforzo solitamente a scadenza annuale, ed è comunque dovere di ognuno di loro segnalare, o al responsabile sportivo, o al proprio medico, la comparsa di sintomi, soprattutto in corso di sforzo fisico. Anche lo sportivo amatoriale è tenuto a presentare un certificato di sana e robusta costituzione, rilasciato dal medico di medicina generale se pratica attività sportive affiliate al CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) o attività parascolastiche. Negli altri casi è indispensabile sempre ascoltare e riportare al medico i segnali che il nostro corpo ci trasmette. La presenza di una cardiopatia limiterà l’intensità dell’attività fisica in base al tipo di patologia. Ciononostante, anche al paziente cardiopatico si consiglia una moderata attività fisica regolare, rispettando le sue condizioni di salute generale, solo nei casi più gravi si consiglia il riposo assoluto.