VERTIGINI – QUANDO IL CUORE RALLENTA PERICOLOSAMENTE

Non sempre le vertigini sono un sintomo della famosa cervicale che più o meno a tutti dà problemi..soprattutto se a lamentarsi sono i pazienti anziani dove i sintomi possono essere confusi.
vediamo questo caso clinico

CASO CLINICO
Paziente di 82 anni
In anamnesi 5 anni fa pregresso infarto miocardico anteriore sottoposto ad angioplastica con impianto di stent sull’arteria discendente anteriore. Il cuore non ha subito danni e continua la sua vita normale fino a pochi giorni fa quando inizia a lamentare stanchezza eccessiva, vertigini e senso di sbandamento al risveglio che via via passa nelle ore successive per poi ritornare verso sera. Nessun dolore, nessun affanno, niente tachicardia, nessun svenimento, pressione regolare.

Dopo qualche giorno mi reco a domicilio ed eseguo un elettrocardiogramma che svela una bradicardia sinusale di giorno con frequenza di 35/min e 3 blocchi: BAV 1° grado, Blocco di branca destra ed emiblocco anteriore sx.
E’ evidente che le vertigini dipendono dal fatto che il pacemaker naturale del cuore, il nodo seno atriale che scandisce la frequenxa cardiaca del cuore è diventato fibroso e non trasmette più l’impulso cosi bene come un tempo. L’unica terapia possibile ed efficace è l’impianto di un pacemaker che possa sostituire quello naturale quando la frequenza scende pericolosamente. Il signore,infatti, a causa di questa disfunzione, stava rischiando soprattutto nelle ore notturne dove fisiologicamente la frequenza cardiaca scende e partendo da frequenze basse durante le ore diurne c’era il rischio che si verificasse un arresto cardiaco. Per fortuna sta bene ed è tornato a casa.